VAINGLORY
Max Magaldi
Con l’installazione multimediale Vainglory presentata al Teatro Petrella, Max Magaldi ha dato l’avvio a un percorso di indagine sui 7 vizi capitali digitali dal titolo theVices. Superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira, accidia, i vizi vengono messi in relazione con la contemporaneità in una mise en scène che porta all’estremo quell’insopprimibile e ossessiva necessità di esprimersi diventata uno dei tratti distintivi del nostro tempo.
Vainglory è un’operazione che provoca lo spettatore puntando a generare una riflessione sull’abuso dei device tecnologici e dei social network che caratterizza le nostre vite..
Negli spazi del teatro all’italiana di Longiano il pubblico viene invitato a salire sul palco e a osservare, in un ribaltamento della prospettiva tradizionale, platea e balconate invase da 150 dispositivi al posto degli spettatori. Ogni device diffonde un contenuto audiovisivo diverso estrapolato dai social; Magaldi utilizza i contenuti generati dai dispositivi per modellare una scultura sonora e visiva che il pubblico può attraversare scendendo in platea.
Come un’orchestra, Vainglory esegue frammenti di una pièce contemporanea sempre in bilico tra creatività diffusa e brusio di fondo delle nostre vite, attingendo a un immaginario dalle sfumature ironiche, tra il surreale e l’iperreale, e ad espressioni vicine all’universo dei meme.
Il rovesciamento proposto da Magaldi rende evidente il moto di superbia, il vanto mal riposto di questo egocentrismo esibito che genera un rumore che soffoca anche la creatività, restando però lontano dal palcoscenico.
Vainglory è un’operazione che provoca lo spettatore puntando a generare una riflessione sull’abuso dei device tecnologici e dei social network che caratterizza le nostre vite..
Negli spazi del teatro all’italiana di Longiano il pubblico viene invitato a salire sul palco e a osservare, in un ribaltamento della prospettiva tradizionale, platea e balconate invase da 150 dispositivi al posto degli spettatori. Ogni device diffonde un contenuto audiovisivo diverso estrapolato dai social; Magaldi utilizza i contenuti generati dai dispositivi per modellare una scultura sonora e visiva che il pubblico può attraversare scendendo in platea.
Come un’orchestra, Vainglory esegue frammenti di una pièce contemporanea sempre in bilico tra creatività diffusa e brusio di fondo delle nostre vite, attingendo a un immaginario dalle sfumature ironiche, tra il surreale e l’iperreale, e ad espressioni vicine all’universo dei meme.
Il rovesciamento proposto da Magaldi rende evidente il moto di superbia, il vanto mal riposto di questo egocentrismo esibito che genera un rumore che soffoca anche la creatività, restando però lontano dal palcoscenico.